Storia

Il difficile inizio

Era la fine del 1982. Alcuni di noi avevano terminato il servizio militare mentre uno, purtroppo, non aveva fatto ritorno. Malati di calcio come eravamo pensammo di ritornare a giocare nella società in cui eravamo calcisticamente cresciuti: la Polisportiva Ponte Ronca, che, fondata nel 1965 era la squadra di calcio del nostro paese e tutti quanti noi avevamo completato le giovanili nelle sue file. La società militava in Prima Categoria e si era appena fusa con la vicina S.S. Riale creando la Società Sportiva Ponteroncariale. Rappresentava praticamente tutto il movimento calcistico di Zola Predosa, ma non aveva più spazio per noi che pure eravamo sempre stati loro giocatori. Ci venne più o meno cortesemente detto che non rientravamo nei loro ambiziosi piani e tanti saluti. Era una scelta legittima; forse non eravamo abbastanza bravi per loro, o forse il servizio militare ci aveva fatto perdere il treno, fatto sta che eravamo a spasso: senza calcio.

Ma si può stare senza giocare allo sport più bello del mondo? Ovviamente no, e siccome eravamo tenaci e intraprendenti, e poi perché sentivamo di doverlo al nostro amico Fausto, fondammo la società Airone Football Club. Avvenne il 25 Aprile 1983, Lunedì, anniversario della Liberazione, e ci sembrava un bel simbolo per la nascita della nostra squadra. Le scelte del nome e dei colori furono in vero poco ragionate e molto affidate al caso. Fu Enrico Lippi che propose il nome Airone. Non era un nome legato al campanile e noi d'altra parte con il campanilismo non volevamo averci a che fare, e poi ispirava libertà ed ecologia. Ma forse lo propose anche perché stava leggendo... l'omonima rivista, comunque sia nessuno ebbe niente in contrario e si decise per Airone F.C.  

I colori invece furono frutto di un errore. Andammo in un negozio di articoli sportivi di Riale ad ordinare una muta di maglie da gioco personalizzata e ispirata alle maglie del Rugby, con le grandi strisce bicolore orizzontali. Forse perché ci spiegammo male, o perché magari ci rifilarono qualcosa che dovevano smaltire, fatto sta arrivarono queste maglie con righe grandi di colore viola e giallo accesi! Ce ne innamorammo subito e decidemmo di conservare quei colori originali e bellissimi che ancora oggi ci contraddistinguono.

I firmatari di quel primo verbale di assemblea furono: Enrico Lippi, Luca Venturelli, Mauro Zagnoni, Massimo Marini, Giovanni Casillo, Denis Fiorini, Paolo Sbarra, Gianfranco Sbarra. Fu scelto come primo Presidente Paolo Sbarra all'unanimità. Costituita la Società, scelti nomi e colori, bisognava fare tutto il resto. Intanto iscrivere la squadra al campionato di Terza Categoria, e poi cercare un campo di gioco. Pensavamo che sarebbe stato semplice, ma la richiesta che facemmo in Comune di poter giocare nel campo della nostra frazione, Ponte Ronca, trovò l'accesa resistenza dei nostri vecchi dirigenti del Ponteroncariale. Nelle riunioni preparatorie in vista della stagione 1983/84 ci accusarono apertamente di "megalomania" perché avevamo osato fondare una società che "non sarebbe durata" e comunque non se ne parlava di giocare a Ponte Ronca dove regnava incontrastata la Prima Categoria in odore di Promozione e dove si cominciavano a coltivare quei sogni di gloria che poi portarono all'Iperzola. Ci "esiliarono" a Riale, dove giocava solo il settore giovanile. Ma la nostra delusione durò poco. L'avventura poteva comunque avere inizio e alla fine a Riale ci trovammo benissimo, al punto che ci abbiamo giocato fino a tutto il 2015 e ancora oggi la consideriamo casa nostra. ...

 

Gli anni dalla TERZA alla SECONDA Categoria

I primi due campionati di Terza Categoria furono sportivamente belli, ma calcisticamente un disastro. Eravamo una compagine raccogliticcia, di amici più che di calciatori, e totalizzammo due soli punti per anno, frutto di due vittorie l'ultima giornata di ogni campionato. Le restanti partite le perdemmo tutte. In compenso vincemmo per tutti e due gli anni il Premio Disciplina. Come la maggior parte dei nostri detrattori nella comunità Zolese si aspettava giunse quindi il bivio se continuare così o mollare l'osso, dando quindi ragione a chi aveva pronosticato una breve durata di quel nostro progetto. Per fortuna ad aiutare la nostra proverbiale tenacia arrivarono due giovanissimi giocatori dalle file del Ponteroncariale: Massimiliano Ferri e Bortolotti Olivio. Approdarono come giocatori, ma ben presto si trasformarono in aspiranti dirigenti. Loro ci diedero un impulso a continuare e anzi a rilanciare le nostre ambizioni. Invece di ridimensionarci acquistammo sempre più importanza e fiducia in noi stessi fino a cogliere la prima storica promozione in Seconda Categoria sul campo di Longara con un gol all'ultimissimo minuto del campionato realizzato da Giampaolo Zambellini. Intanto Massimiliano Ferri era stato eletto nuovo presidente della Società e ci si accingeva a darci una struttura più professionale. Avevamo costituito una società vera e propria con regolare P.Iva e iniziavano ad arrivare i primi Sponsor. Un punto di svolta importante si ebbe quando decidemmo finalmente di inserire nella nostra struttura anche squadre giovanili. Avevamo capito che senza settore giovanile non ci sarebbe stato futuro e ci buttammo nell'avventura approfittando dell'aiuto preziosissimo di Antonio Francia e Silvano Notari. Essi avviarono il Settore Giovanile Airone F.C. cominciando l'attività nel campetto parrocchiale della frazione Tombe. Erano gli anni (1994) dell'Iperzola in Serie C e della loro collaborazione con il Parma. Il settore giovanile di Ponte Ronca era fortissimo e strapieno di ragazzi. Riuscire, come facemmo noi, a ritagliarci uno spazio tutto nostro fu un'impresa di cui ancora oggi ci meravigliamo!

Iniziata l'attività giovanile ci venne ben presto offerta l'insperata possibilità di una ulteriore crescita: la gestione di un impianto sportivo. Scadendo le convenzioni per la gestione degli impianti sportivi di Zola Predosa l'amministrazione emise un bando di gara a cui decidemmo di partecipare nonostante la concorrenza fortissima dell'Iperzola e della Polisportiva Zola. Società che fino ad allora si erano equamente divise gli impianti comunali. Grazie al coraggio dell'assessore Zacchiroli e del Sindaco Venturi, e probabilmente di una offerta economica più realistica, avemmo incredibilmente la meglio sull'Iperzola e ci venne affidata la gestione dell'impianto sportivo di Riale. Dopo aver vinto la sfida dello scetticismo sportivo dovevamo vincere un'altra sfida: quella della qualità e della cura del bene pubblico. L'impianto di Riale era ridotto allo stremo. Anni di incuria manutentiva ne facevano un campo da calcio principale discretamente curato, ma in mezzo a strutture fatiscenti e sporche e campi da allenamento da terzo mondo calcistico. Rimboccandoci le maniche ripulimmo e rimettemmo a posto tutto a cominciare, appunto, dalla cosa più importante: i campi da allenamento. Trasformammo i due campi da tennis in due campi di calcetto e demmo nuova dignità ad un centro che prima era un cumulo di erbacce, mentre con noi divenne un giardino ben curato. Cosa più importante affermammo il principio che per fare calcio al meglio non si poteva più andare avanti con campi spelacchiati pieni di buche e fango. Bisognava avere, anche per gli allenamenti, campi lisci, uniformi e con erba tutto l'anno. Fu una sfida complicata e impegnativa, ma nel giro di un paio d'anni ridemmo una nuova dignità all'impianto e qualità alla pratica sportiva che vi si svolgeva sopra. Intanto l'Iperzola scontava le follie economiche che l'avevano portata in serie C e decideva di andarsene dal territorio comunale di Zola per inseguire sogni che poi si sarebbero risolti in una serie di retrocessioni e fusioni girovagando da un Comune all'altro fino a praticamente scomparire. Rimasti unica società di calcio del territorio ci apprestavamo a godere del nostro equilibrio e della saggezza che ci aveva sempre fatto fare il passo a seconda della gamba, quando ecco arrivare la politica a metterci i bastoni tra le ruote. Per motivi che ancora oggi non abbiamo appieno compreso l'Amministrazione Comunale iniziò un lavoro di convincimento e pressione affinché le società sportive del territorio operassero un'unione per realizzare un unico e grande settore giovanile, una società sola a governare lo sport di Zola Predosa. Arrivò persino a scrivere ufficialmente che a Zola Predosa si poteva avere un solo settore giovanile calcistico unificato. Un po' per quieto vivere e un po' per mancanza di alternative, e anche perché colpevolmente non sapemmo opporci con la giusta decisione e il necessario coraggio, accettammo di fare una fusione con la Polisportiva Zola, l'unica altra società che avesse un settore giovanile a Zola Predosa. E facemmo il più grande errore di tutti quelli che abbiamo mai fatto in oltre trent'anni di attività.

Ci ritrovammo possessori del 50 per cento di una nuova società alla quale noi avevamo contribuito con quasi il 100 per cento delle risorse. Portavamo in dote una matricola FIGC, la Seconda Categoria, 200 e più bambini del settore giovanile e un impianto perfettamente funzionante con campi da calcetto in sintetico. La Polisportiva Zola contribuì con NOVE bambini (questo era quello che restava della loro misera scuola calcio) e l'impianto di Ponte Ronca con i suoi famosi...campi da tennis! Comunque, obtorto collo o meno, nacque l'Associazione Sportiva Zola-Airone e per un paio di anni tutto filò liscio e non ci furono contrasti. Fino a quando non venne il momento di rinnovare le Convenzioni per la gestione dei campi sportivi del territorio. La Polisportiva Zola decise senza consultarci di partecipare al bando come gestore unico di tutti gli impianti, estromettendoci di fatto dalla gestione di Riale. Le loro assicurazioni che "nulla" sarebbe cambiato lasciavano il tempo che trovavano e non riuscivano a mascherare la realtà dei fatti: ci eravamo fidati di persone che alla fine invece volevano tutto per loro quanto faticosamente costruito in due. Incrinato così manifestamente il rapporto di fiducia tra le parti dovemmo separarci e come in tutte le separazioni anche questa si risolse in un bagno di sangue. L'accordo che fummo costretti ad accettare prevedeva che a noi Airone sarebbe rimasta la prima squadra e la Juniores, mentre il Zola avrebbe avuto il settore giovanile fino agli Allievi. Le gestioni erano tutte della Polisportiva.

Ma anche qui gli accordi si rivelarono scritti sull'acqua, perché ben presto il neonato Zola si iscrisse alla Terza Categoria e noi Airone perdemmo qualsiasi resto di quello che era il nostro settore giovanile. Quella fu anche la fine di tutti gli accordi fatti tra noi e la Pol. Zola. Bisognava voltare pagina e guardare avanti ancora una volta, senza fermarsi al passato e ai rimpianti che ne scaturivano, e così facemmo. Seguì qualche anno di mero galleggiamento e sopravvivenza. Si lottava per non retrocedere e basta. Non c'erano prospettive di crescita e avevamo veramente poco entusiasmo, ma non era nella tradizione Airone mollare, evitare le sfide e sparire lentamente. Giusto il tempo di raccogliere le forze e concepire nuovi progetti per la ripartenza e si arriva ai giorni nostri. Quelli della rinascita, della Prima Categoria e del Settore Giovanile a Calderara di Reno.

La Prima Categoria e poi la Promozione

Finalmente! Rimessi a posto ruoli e struttura è alla fine arrivata la Prima Categoria. Con la venuta di Simone Onestini nel ruolo di direttore Sportivo la Società ha potuto concentrarsi sulle cose da fare lasciando a lui e alla sua grande esperienza la cura dei giocatori e il loro reclutamento. Questo fece si che nel giro di un paio di anni siano arrivati i giocatori giusti per il meritatissimo salto di categoria giunto finalmente nel 2012, nel campionato degli 80 gol fatti! Tra i tanti che ci hanno onorati con le loro prestazioni una citazione d'obbligo va a Nicola Biagini, grande giocatore e grande uomo, che con i suoi 35 gol in campionato ha dimostrato a tutti che si può giocare a calcio in modo diverso dal solito anche a 38 anni.

Da lì in poi è stato un susseguirsi di soddisfazioni e qualche delusione. All'amara retrocessione in Seconda Categoria è poi seguito il doppio salto: Prima categoria e Promozione una dietro l'altra. Come in ogni sport il campo è sovrano e ne abbiamo sempre accetato il verdetto, ma sempre con lo spirito di ricominciare con più piglio e determinazione di prima.

OGGI L'Airone '83 è una società che ha raggiunto una sua maturità e, nello spirito che l'ha sempre contraddistinta, non sta ferma ad aspettare, ma riparte per crescere ancora. La sfida raccolta a Calderara di Reno dove ritorniamo a gestire un impianto sportivo e a sviluppare un Settore Giovanile dice proprio questo: siamo ancora qui e intendiamo restarci. Migliorare giorno dopo giorno per diventare sempre più grandi.